Riflessioni sul tempo che passa

A cura di Sandro Vaghetti


Sandro e Marco Fiat 500 D 

Per noi delle auto storiche, per me di sicuro, penso che il rapporto con il tempo che passa sia particolare, diverso. Il mondo cambia in fretta e non è già più quello del 1994, l’anno in cui acquistai la mio primo catorcino del 1963. Tanto per cominciare, a parte dovute eccezioni, si viveva ancora senza telefonino e personal computer.

Eppure cercavo già qualcosa del mio passato, anche quello ancora così diverso, che mi era rimasto nel cuore e che volevo conservare a futura memoria: cosa di meglio di un’auto protagonista del film della mia infanzia?
Nel restaurare quel pezzo di ferro, cerchi di far rivivere e far durare a lungo qualcosa che sarebbe andato perduto per sempre, quindi, a posteriori, è un tentativo semi consapevole di restaurare anche te stesso, facendo venire a galla durante la ricerca dei particolari e poi durante l’uso del veicolo resuscitato, pezzi di te e della tua memoria che sembravano spariti, ma che invece dormicchiavano e basta.

Certo che, se da un lato, questo continuo rapportarsi con gli anni passati (che è diventato ormai uno studio, almeno per me come commissario tecnico, che passo e ripasso le date e i cambiamenti nei modelli di auto e moto) è appassionante, dall’altro lato è anche un po’ logorante, quando penso che sto conservando qualcosa che probabilmente mi sopravviverà e rimarrà per quelli che verranno dopo.

Mi chiedo conseguentemente se ci sarà in futuro interesse per queste cose, che potrebbero invece essere considerate come l’incarnazione o il germe scatenante dell’inquinamento del pianeta e quindi suscitare sentimenti di odio e riprovazione opposti a quelli che sono stati i miei.
Tanta passione è accompagnata da un po’ di inquietudine: vedo le mie auto storiche sempre più belle e curate, mentre io sono sempre più sgangherato e spero di superare la revisione quando vado a fare gli esami del sangue.

Poi, quando leggendo Quattroruote vedo che, nelle prove delle vetture, si dedica (giustamente) molto spazio all’INFOTEINMENT, caratteristica della quale, invece, volendo usare un gioco di parole, su un’auto, non me ne FOTTENIENT, mi dico che comincio a perdere qualche colpo e non sono più al passo con l’attualità.
L’unica certezza che ho è che mia moglie che mi vuole bene non mi porterà dallo sfasciacarrozze, dopo di che questa passione fa aprire un altro discorso, quello della fede, e non è poco.